s.m.
1. nella letteratura artistica, termine coniato da l. lanzi alla fine del sec. xviii per designare lo stile virtuosistico ma privo di naturalezza di una corrente pittorica del secondo cinquecento | nella critica attuale, quella stessa corrente, intesa come negazione dell'equilibrio classicista e come ricerca di un'espressività deformante, prebarocca; analoga tendenza presente nella letteratura di quella stessa epoca
2. (estens.) nel campo delle arti figurative e della letteratura, ogni tendenza che si ispiri a precedenti modelli, mirando alla riproduzione artificiosamente variata del loro linguaggio espressivo
3. (psich.) insieme di comportamenti mimici e verbali affettati, innaturali, dissociati che, in forma grave, sono sintomi caratteristici degli stati schizofrenici.